Si muove leggera tra alberi e erba alta.
Cerca il profumo di una primavera che stenta ad arrivare, nelle notti limpide di questo inverno insistente.
Trova fiori leggeri, piccoli e profumati
E trova spine che graffiano e incastrano.
Ma tiene gli occhi in alto
E la bocca a sorriso.
Con resistente fiducia.
colori
piedi a righe e a pois.
C’è stato un tempo in cui i calzini li comprava mia madre, la scelta era dettata dall’ordine e dalla praticità: di cotone per la primavera, caldo cotone per l’autunno/inverno, di spugna per lo sport, calzettoni per le camminate in montagna. In genere erano bianchi o blu, raramente passavano per il nero o il grigio. Ho sempre avuto anche una vasta scelta di calze da casa, fatte ai ferri da mia nonna, con i rimasugli della sua lana quindi in tutte le sfumature di marrone e verde, colori perfetti di una nonnina delle castagne com’era lei.
I piedi si tengono al caldo, non andare in giro con le calze rovinate, questi i pensieri principali. E io tenevo i piedi in scarpe da ginnastica alte, le calze nemmeno si vedevano e poco importava.
Poi ho iniziato a sceglierle.
Mi sbizzarrivo soprattutto con quelle da casa: colorate, morbide, con i gommini sotto, con la mezza suola per non scivolare, ne ho anche comprate con le dita separate, solo perché mi faceva ridere l’idea. Nella realtà non facevano affatto ridere una volta nei piedi e son durate poco.
Poi è partito l’amore: con i piedi calpesto la strada e liberi o chiusi in scarponi non importava ” con piedi allegri vai dove vuoi” mi dicevo. Così ho iniziato a cercarle colorate, coloratissime, difficilmente a tinta unita.
A righe, a pois, con frutta disegnata e animali fantastici.
Ancora oggi ho pochissime calze che possono essere definite “serie”, ci prova ogni tanto mia sorella che tenta di rifornire il mio armadio di qualcosa di portabile in caso di necessità ( quale sia non si sa bene) e mi arrendo ( non sempre) di fronte a quelle da tenere negli scarponi da montagna, non so perché ma quelli difficilmente sono fantasiosi.
Quando iniziano a non reggere più il peso del loro lavoro faccio fatica a buttarle: alcuni son diventati guanti per le mani ( togliendo la parte del piede), ” manicotti” li chiamo io. Altre son diventate pupazzi per mio figlio o i figli di amici. A volte diventano “sacchetti porta cosa vuoi” per Mini, utili quando era più piccolo per uscire con almeno un paio di macchinine o omini del Lego.
Una cosa non riesco a fare: accoppiarle. E’ una cosa per me difficilissima, non mi piace e le metto alla rinfusa nel cassetto, spesso ne perdo una e non posso dare la colpa SOLO alla lavatrice. Per questo ho iniziato a metterle “come capita”.
Se non sono fatte per stare insieme mica posso buttarne una o aspettare che l’altra torni a casa lasciandole prendere polvere nel cesto della biancheria. Allora la uso lo stesso. Quindi mi ritrovo con un piede a righe e l’altro con pois, uno sulle tinte del verde e l’altro quelle del viola. Cerco di metterle della stessa altezza, per non fare distinzione tra i polpacci ( anche loro, poveretti, non è che possono subire le scelte di fuga altrui).
Se una si perde per strada, l’altra continua a fare i suoi passi e credo sia giusto così.
Anche per questo ho iniziato a prenderle spaiate già dal negozio e sono parecchio soddisfatta: non sempre chi è nato a coppia deve restare lì e non sempre chi è differente non sta bene insieme.
… la adoro…
tempo perso…
A volte ho la sensazione di perdere tempo…
ho perso il barattolo delle parole…
… allora ho aperto la scatola dei colori, preso i pennelli e via…
a voi!
… questo è solo un particolare ma micipiaceunbelpo’
pensieri mischiati, dalle mille facce e sfumature…
Quando i pensieri si accavallano, si annodano
e si bloccano in fili aggrovigliati di parole pensate e non dette
Quando ti misuri con l’assenza e poi anche con la sparizione
e ti accorgi di quanto siano distinte le due cose
Quando l’acqua supera i limiti abbracciando tutto intorno a te
e se ne va lasciando cumuli di foglie marce in giro, fango e buchi nell’asfalto
Quando pensi quello che vorresti ma i colori e le sfumature son talmente tanti che resti confusa
allora li mischi, uno sull’altro e poi pieghi il foglio
facendo finta di fare un aereo per volar lontano e poi ti ritrovi con un mondo tondo tra le mani
brillante e pacioccone, dalle mille sfaccettature, che si apre, si richiude cambiando forma
ma restando sempre il tuo mondo tondo…
ascoltando… https://www.youtube.com/watch?v=MCpRrwF7whg
Winter’s cold spring erases
And the calm away by the storm is chasing
Everything good needs replacing
Look up, look down all around, hey satellite
il tondo sui quadretti…
voglio un mondo tondo, da girare a saltelli,
voglio un mondo morbido, che se ti inciampi non ti fai troppo male
con meno spigoli e punte di spillo
voglio un mondo a colori
un mondo che sia divertente
con buchi come gallerie, come la tana del Bianconiglio
alberi che dondolano e fiori colorati di profumo…
un mondo che ad abbracciarlo tutto bastino le mie piccole braccia
un mondo che a guardarlo da una nuvola sia incanto e stupore
… lo voglio… e se guardo bene, con attenzione…
c’è…
… mondo tondo su foglio a quadretti…
giorni arcobaleno
c’è un’aria strana oggi
il colore dei sapori…
io mangio i colori…
… ogni tanto dipingo…
… che belli i colori…
Che belle le sfumature che ogni singolo colore può produrre…
… mi piace disegnare e dipingere e ogni tanto micimetto e paciocco…
Divento matta per i pennarelli, per i colori così vivaci e carichi di allegria… a prescindere, con i pennarelli i disegni sono immediatamente forti ed energici, come i pensieri bambini…
Adoro il profumo delle matite colorate e il tratto leggero che possono lasciare sul foglio… con le matite colorate puoi partire da un segno fine e appena percettibile, poi poco per volta aggiungere spessore al colore, calcando la mano… fare strati sempre più scuri… cambiare tonalità col passare del tempo… inoltre se le temperi bene puoi aggiungere particolari anche minuscoli e rendere il tutto estremamente preciso, se vuoi…
… le matite colorate sono come fili di lana, sono come il respiro in un giorno d’estate…
Poi ci sono le tempere, gli acrilici e i colori a olio… ma quelli, ecco… non li so gestire tanto bene… per me sono ancora troppo “ decisivi”… coprono molto e per me che non sono molto brava, non danno grande margine di errore… e a me quel margine serve come l’aria che respiro… tuttavia hanno un’energia indescrivibile e coinvolgente… come un buon bicchiere di vino rosso… sono esplosivi, come una bella cena in compagnia, piena di risate e tempo buono…
Di tutti i colori, quelli che più sento miei e in qualche modo mi rappresentano sono gli acquerelli… mi ci perdo proprio…
Quando il pennello scorre sul foglio e lascia un velo leggero leggero… come vetro colorato… vedi comunque cosa c’è sotto..
Quando aspetto che l’acqua si asciughi per il tempo necessario per fare un secondo strato…
Quando quell’acqua non è asciutta come dovrebbe e a contatto con la nuova pennellata, il colore si allarga come una macchia…
Quando passo un pezzo di carta per togliere il colore e l’acqua in più e anche quel gesto disegna…
Quando sporchi il foglio di cera e il colore in quei punti non prende… regalando sfumature magiche…
Quando il piacere non è altro che fare strati di colore e vedere come si completano senza trasformarsi del tutto… vedere come si mischiano senza perdere la loro particolarità…
Quando mischio i colori tra loro direttamente sulle pastiglie colorate, sporcandole le une con le altre…
… nessun colore è quello all’origine, ogni altro colore si unisce ad esso e ne crea di nuovi… e così rimane, da sempre…
La mia scatola degli acquerelli è sempre la stessa, da quando ho iniziato ad usarli, al liceo… i vari mescolamenti si vedono tutti quanti… e io a volte la prendo in mano anche solo per guardarla…
… gli acquerelli, come pensieri confusi ma colorati, leggeri ma deliziosi… con calma, pazienza e tutti i colori possibili… trasformare il foglio che ho in mano… cosa ne uscirà?… chennesò… mi piace disegnare… ma difficilmente so in anticipo cosa ne viene fuori… 😀
righe e pallini
… adoro andare avanti a piedini nudi per la strada… ma essendo tra quelle milioni di femmine con la circolazione periferica interrotta, detta anche circolazione sanguigna alla zuava…. se non fa tanto caldo i piedi son gelati…. freddi che sembra debbano cadere le dita al solo guardarle!!!
… quindi le calze sono fondamentali per sopportare quei 9-10 mesi all’anno una temperatura per me non gestibile.
Adoro le calze e ne ho a camionate… a righe, a pallini, con cani, gatti, fiori, nuvolette… difficilmente sono a tinta unita… per due essenziali motivi:
1) non ho alcuna intenzione di metterle a coppie e se son colorate si trovano meglio
2) le mie calze sono quanto di più ci sia al mondo come ammazzasentimentoerotico…. lo so, me ne rendo conto… ma io punto “al buffa” mica al “figa”…..
Comunque, dicevo, ne ho tantissimissime, che il cassetto ormai non le contiene più…. ed essendo queste buttate alla rinfusa… il cassetto prende questo aspetto….
…. è un casino vero?
forse troppo?… ecco mi ci specchio molto oggi…
Sto lì e osservo il cassetto…. son calze splendide ( per me), con calze allegre così… i piedi possono andare dove vogliono, credo…
forse dovrei fare ordine… ma non oggi… oggi le osservo solo…. alcune non le vedo bene… ma so che ci sono…
PS: “circolazione alla zuava” non è una dicitura mia… non so di chi sia ma purtroppo… non è farina del mio sacchetto…