cambiare non è perdere

Quando l’acqua resta ferma imputridisce,
per questo scorre e si sposta, cambia forma a se stessa e a ciò che la circonda.
Se il sole restasse fermo la terra sarebbe bruciata e la vita quasi inesistente,
per questo ci da tregua e respiro col suo cambio con la luna in una danza perenne.
Il gelato si scioglie e cola per ricordarci che le cose buone vanno prese senza perderle di vista, altrimenti scappano.
Un gomitolo se resta tale va a finire che passa il proprio tempo in una scatola o su uno scaffale,
solo quando si trasforma in maglione o sciarpa vive e respira il mondo.
Anche i fiori,
nel loro appassire non fanno altro che muoversi verso qualcosa che è differente e tornerà a sua tempo,
in altra forma, sempre splendente e speciale.
E io li trovo bellissimi.
Cambia lo superficial
Cambia también lo profundo
Cambia el modo de pensar
Cambia todo en este mundo
Cambia el clima con los años
Cambia el pastor su rebaño
Y así como todo cambia
Que yo cambie no es extraño
Cambia el mas fino brillante
De mano en mano su brillo
Cambia el nido el pajarillo
Cambia el sentir un amante
Cambia el rumbo el caminante
Aúnque esto le cause daño
Y así como todo cambia
Que yo cambie no es extraño
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia el sol en su carrera
Cuando la noche subsiste
Cambia la planta y se viste
De verde en la primavera
Cambia el pelaje la fiera
Cambia el cabello el anciano
Y así como todo cambia
Que yo cambie no es extraño
Pero no cambia mi amor
Por mas lejo que me encuentre
Ni el recuerdo ni el dolor
De mi pueblo y de mi gente
Lo que cambió ayer
Tendrá que cambiar mañana
Así como cambio yo
En esta tierra lejana
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Pero no cambia mi amor

diversi modi, diversi obiettivi, diversi risultati… a ognuno il suo.

 

Ho già scritto un paio di volte sul mio piccolo giardino e ancora una volta, proprio in questi giorni mi sono ritrovata ad osservarlo.

Mi rendo conto che per quanto sia un casino alla vista, mal gestito e all’apparenza poco curato, resta per me fonte di numerosi pensieri, associazioni…

Perché davvero quello che sta fuori riflette, in qualche modo qualcosa dell’interno…

C’è chi organizza meravigliosamente, con grande cura e ampio anticipo quello che vuole venga fuori dal proprio pezzo di terra e si muove alla ricerca delle piante e dei fuori che interessano, scegliendo con cura quelle che stanno bene insieme, quelle che fioriranno prima e quelle tardive, le sempreverdi e le stagionali, i colori dei fiori e così via…

C’è invece chi pianta in terra quello che trova, anche nei campi vicini o lungo i viali di una città se è il caso; il giardino cresce col passare del tempo e con quello prende forma, magari ci vorranno degli anni prima di vederne i risultati e per tempo quel pezzo di terra apparirà un’accozzaglia di foglie e fiori messi alla rinfusa, ci saranno anche semi portati dal vento, quelli che spariranno in inverno, lasciando buchi per poi riapparire al primo accenno di calore primaverile.

C’è chi appassito un fiore corre al negozio a comprarne di nuovi, magari dureranno giusto il tempo della fioritura e verranno estirpati in breve tempo.

C’è chi tiene ogni bulbo, ogni ramoscello, erbaccia e fogliolina che cresce, anche quando sembra stia passando a miglior vita, solo per l’abitudine alla speranza.

C’è chi con regolarità dedica del tempo al giardino, sfoltendo le erbacce, spostando piante e fiori dando loro nuovo spazio, tagliando l’erba che cresca verde e brillante e tutta uguale.

Poi c’è chi se ne prende cura ma con i suoi tempi, a volte le erbacce crescono a dismisura ma son sempre verdi e in qualche modo sembrano avere la loro utilità…

 

Fiori in testa

Un mazzo di margherite bianche, a ricordare la semplicità di un sorriso.

Le violette, per non dimenticare di guardare in basso, nei punti più nascosti, per trovare tesori.

Un elleboro per affrontare gli inverni del cuore come fa lui con quello del cielo.

Un fiore di peonia, doppia, rosa e bianca, per ricordarti di accogliere, raccogliere e abbracciare il tuo centro, lasciandolo aperto al cielo dando un ristoro morbido e profumato, o almeno provarci.

Un paio di narcisi che sembrano delle trombette e mettono allegria.

Un ciuffo di lavanda che calma e rasserena

Una rosa, lilla, profumata di dolce, per quell’eleganza che non ti appartiene ma cerchi intorno.

Un soffione di tarassaco per ricordarti di lasciare andare che qualcosa si seminerà.

Senti la notte che arriva
Un giorno a sorpresa
E ti chiede se ci sei
Raccogli in un pugno gli attimi di vita
E non sai fare
E non sai dire
E resti solo a immaginare

….

Lo sai che col vento i capelli
Si son spettinati
E la vita ancora di più…

Dalla terra al cuore, passando per graffi e mani sporche…

Primo sole e la terra inizia ad asciugarsi, consentendo ai piedi di entrare senza schiacciare e sprofondare.

Mettere i guanti, prendere carriola, zappino e cesoie e infilarsi in giardino.

Avvicinarsi alla rosa, malata da un po’ e iniziare a pulire, togliere le parti secche, quelle malate e cariche di galle.

Ne aveva una quantità indescrivibile.

Continuava a crescere, nonostante le ferite e a fare fiori. Pochi rispetto a prima ma tanti per com’era ridotta.

Ha inglobato in sé tanto di quel dolore da rallentare. La galla più grande alla base e via via che s’è allungata qualche rametto nuovo ne era totalmente sprovvisto.

L’ho guardata e ho iniziato a sfoltire fino a quando ho deciso: ho lasciato un solo ramo, non intaccato e abbastanza grande, accanto ai piedi.

Il resto l’ho tolto, senza estirpare, senza eliminare.

Non so cosa ne uscirà fuori ma mi pare abbastanza forte per poter tornare più rigogliosa di prima.

Poi ho continuato il giro.

Ho tolto i guanti perché è più forte di me, faccio troppa fatica a tenere le mani chiude lì dentro.

Ho strappato erbacce, potato le altre rose, pulito gli anemoni dal secco, coccolando i nuovi getti che stanno uscendo dal fresco della terra.

Ho discusso con la gramigna che nascondeva i bulbi in crescita e che ora svettano piuttosto fieri nei loro dieci centimetri di foglie.

Ho sistemato la lavanda che s’era coricata un po’.

Sempre a mani nude.

Terra che entra nella pelle, sotto le unghie o quel che ne resta.

Un graffio da un lato, un taglietto dall’altro

Ferite inconsistenti rispetto alla meraviglia di toccare questa vita a mani nude

sporcarsi con essa e raccoglierne ogni granello sentendone il fresco e l’odore sulla pelle.

 

 

tra fiori ed erbacce

Verso sera, quando il sole inizia a scendere in questi giorni di maggio, mi fermo sul gradino davanti a casa, una sigaretta, musica nelle orecchie e osservo il giardino rifiorire.

Questo è il momento che dà più soddisfazione, annuso i colori e osservo il profumo di fragoline mischiarsi a quello della rosa…

Io sono il mio giardino

Spettinato, incasinato, colorato e un po’ lasciato a sé stesso

Io sono il mio giardino

Erbacce difficili da estirpare si allargano, a tratti svaniscono per riaffiorare più distanti, improvvise

Piccoli pensieri incantati, fate e folletti sono nascosti a metà tra la terra e il cielo

Io sono il mio giardino

Un po’ peonia, un po’ calendula,

un po’ iris e un po’ anemone

e tanto, tanto fragoline di bosco.. piccole e nascoste, da cercare, scovare, alzando il resto

Io sono il mio giardino

nonostante tutto anche un po’ rosa

cresciuta a dismisura, senza una forma da roseto inglese ma lasciata correre dove vuole

profumata, con spine enormi ma bene separate

da maneggiare con cura, insomma.

 

 a distanza di un anno ecco cosa è il mio giardino per me….

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IN GIARDINO….

eccomi qua…parte la bella stagione e io… piedi nudi e senza guanti mi lancio in giardino… tra i fiori, le formiche e il resto…

il mio ( com’è ovvio) è un giardino spettinato, con fiori e piante messe alla rinfusa, con poco senso per gli occhi della maggior parte delle persone che lo guardano, proprio un bel casino da vedere!

Poi, mi hanno fatto notare che è il MIO giardino, un casino ma colorato, con mille particolari da guardare, cose nascoste tra i cespugli… ed è vero… è proprio fatto come me.

Quindi ieri mi son fermata e l’ho contemplato con occhi ancora differenti rispetto ad un paio di settimane fa…

Ci sono un bel po’ di fiori, alcuni proprio belli, alcuni acquistati e altri ereditati dalla mia famiglia, portati qua dalle case di tutti gli altri… è un bel pezzo di giardino genealogico!

… e poi ci sono erbacce, o almeno cose che assomigliano ad erbacce… che non riesco ad estirpare come si dovrebbe fare ( così dicono)… ma perché non ci riesco?

Perché quando le scopro, tra le altre piante, ho sempre un po’ di timore possano essere qualcosa di bellissimo e rischierei di perdermele!

Ad una prima occhiata non sono belle da vedere… ma se col tempo tirassero fuori dei fiorellini carini come piacciono a me?

Ecco che torna, sempre troppa fiducia, troppa speranza… perché poi alcune di loro rischiano di soffocare altri fiori che per me son preziosi… allora mi arrabbio, ci litigo ( ho la capacità di litigare furiosamente con le piante…) e decido che è ora di farla finita.. ma tanto non le porto via come dovrei… perché il dubbio rimane e a volte mi frega!

Ci sono persone che sono come le erbacce del mio giardino… che non riesco a vedere veramente e profondamente come erbacce… sento che in fondo potrebbero essere delle persone meravigliose ma hanno delle maschere talmente grandi che se si potessero mangiare avremmo risolto per sempre la fame nel mondo!

E ci credo, sempre… e quindi restano intorno a me… perché sono in grado di avere delle attenzioni così delicate e particolari ( e io che nei dettagli ci sguazzo come un’anatra nel laghetto più bello…)  che sono sicura possano essere altre…. poi sanno scivolare come pietroni giù per la montagna che fanno valanghe e disastri e vittime… e io nonmelosospiegare ( o forse sì) e non ci posso credere…

Io non credo riuscirò mai a disfarmi delle erbacce tra i fiori, ma devo imparare a gestirle ed evitare che facciano male al resto… dovrei dare loro il giusto posto… e se fioriranno come piace a me… sarò sempre in tempo per spostarle più vicino al centro e ammirarle come gli altri fiori… ma se non dovessero fiorire….

Per ora rimango amaramente delusa… perché in fondo me la sono cercata! quindi un po’ mi faccio male da sola ed è vero quando una personcina deliziosa mi dice “…se decidi di amare ti assumi la responsabilità di rimanere delusa..”

Niente… tocca pigliarsi anche questa di responsabilità….

GRAZIE

…La vita riserva sempre delle strane sorprese.

Proprio ora…

mi accingo a ritirare il prestigioso premio Nobel  per  DAICHECELASTAIFACENDO!

In questo momento sono davanti ad un’immensa folla di matti ed entusiasti che mi acclama come la grande star che sono….

E io….

In pigiama e babbucce  mi avvicino al microfono per fare i ringraziamenti di rito:

prima di tutto un grazie di cuore a chi nonostante la mia instabilità psichica ed emotiva, continua a restarmi accanto e soprattutto…a darmi retta.

Grazie al cielo, che non è ancora caduto.

Grazie al mio giardino, dove il fiore più prezioso regna di fianco all’erbaccia più impestata, ma non si danno troppa noia, quindi va bene così e ogni anno, nonostante la mia poca cura, torna a sbocciare e regalarmi un sacco di colori.

Grazie alle mie calze, spesso spaiate ma molto colorate che rendono più allegro il mio camminare…

E grazie al mio cappello che riscalda i pensieri quando fuori c’è un gelo polare..

Grazie alla mia coperta blu….perché in realtà, mi chiamo Linus.

Grazie al caffè che rende affrontabile il mattino…e il pomeriggio….e anche la sera.

Grazie alle biro che non scrivono…e mi evitano parole inutili

…e al T9 che mi cambia le parole in corsa e spesso ci azzecca pure!

Grazie alle matite, che scrivono leggere e alla gomma che mi permette di cambiare idea.

Grazie a tutto quello che improvvisamente scompare nella mia casa e mi da motivo di rallentare, anche con i pensieri…

Grazie alle nuvole che cambiano forma e mi intrattengono meglio di un film.

Grazie ai milioni di uccellini che ho intorno a casa, che sistematicamente snobbano ogni mia casetta e mangiatoia con tanto di cibo, solo per il gusto di stabilizzarsi sulla trave sopra la porta d’ingresso e ricordarmi ogni tre secondi che fanno parte della famiglia, che questa è casa loro e fatti i cazzi tuoi andiamo dove ci pare!

Grazie ai cani dei vicini, che anche quando sono a casa da sola… mi ricordano che non è così.

Grazie al divano, che mi rilassa nelle notti che da sola non so dormire.

Grazie ai sogni e alle speranze, che anche se a volte sembrano distanti…ricominciano ogni volta a brillare più forti di prima.

Grazie alle mie unghie che nonostante il continuo rosicchiarle… ricrescono dando grandi soddisfazioni.

Grazie al mio ultimo dente da latte, caduto a 34 anni, che mi ricorda che sono solo cresciuta un pochino e ho ancora un sacco di infanzia davanti a me.

E adesso, non volendo tediare oltre questo splendido pubblico e i miei affezionatissimi sostenitori:

Grazie a me!

che se ho tutto ‘sto mondo fantastico e questa gran bella gente intorno è anche merito mio…no?cincia