Un bicchiere e nulla più…

Immobile, seduto sul ripiano sopra al lavandino

osservo il mondo intorno, fatto di sguardi, piccoli gesti, parole urlate, sussurrate,

a volte solo pensate.

Finita la cena

Sono sempre l’ultimo a lasciare la tavola,

in attesa perenne di labbra assetate.

Di umore pieno tanto quanto richiesto da chi mi prende.

Spesso, vuoto, giaccio a testa in giù, a svuotarmi completamente.

Pronto ad ogni richiamo, rapito da mani avide che svelte prendono da me ciò che serve,

per poi posarmi lì, ad attendere.

A volte osservo occhi colmi d’amore e mani intrecciate.

Altre resto solo, nel silenzio della notte, a vegliare sogni altrui.

Mani bambine mi rapiscono e con una giravolta mi svuotano, sento le loro urla e risate nel caldo dei pomeriggi estivi.

Dita incerte mi tengono stretto nelle notti d’inverno e posso sentire acqua salata che mi tocca i bordi, che si mischia al ristoro caldo che contengo.

Sostengo, con partecipazione, l’umore di chi mi circonda.

Quasi me ne nutro, pronto a restituire quanto concesso.

So contenere la trasparenza più candida e neutrale, trattenere il rosso rubino o il giallo del grano e del sole.

Tengo stretta la dolcezza  e l’amarezza con la stessa forza, dando loro uguale importanza.

Non importa come sono fatto, il mio aspetto.

Importa sempre e solo come vengo percepito

Se mezzo pieno

O mezzo vuoto.

 

pensieri in goccia…

Cambiano i pensieri, le stagioni e le sensazioni…

cambiano le persone e si modifica il tempo

Eppure qualcosa rimane sempre lì.. saranno i sogni, saranno i desideri

Come quando bevi e nel bicchiere rimane sempre una goccia…

e quella goccia resta lì, sul fondo… riempi il bicchiere ancora una volta, lei si mischia al resto…

finisci di bere e un’altra goccia rimane lì, sarà la stessa o un’altra, non lo so

Sta di fatto che qualcosa di minuscolo e impercettibile rimane sempre sul fondo…

Bisogna guardarlo quel fondo.

A volte è necessario passare lo straccio, asciugare tutto e ripartire

altre invece, le mie preferite, fa bene lasciarle lì

come le speranze bambine, non lavarle via, non immediatamente, magari mischiarle ad altro

goccia d’acqua con un buon vino rosso o l’esatto contrario, e guardarle cambiare quello che versi

e ci sono gocce sul fondo che chiamano le dita che con passi leggeri entrano, scivolano, raccolgono e prendono la via delle labbra…

ACQUA ACQUA ACQUA…

 

inizia il caldo…

si sta all’aperto e il corpo perde particelle acquifere in un battibaleno…

se poi ti tocca correre dietro ad un cavaliere jedi che ogni giorno salva l’universo interno da ogni mostro… allora lì il tuo bisogno di reinserire succo della terra nel corpo… si fa inesauribile…

Ma a volte… ci sono momenti in cui hai sete anche a stare ferma, anche al fresco del portico…

Non ti sei mossa e hai sete..

Di quella sete che la bocca si chiude, che gli occhi non sanno più guardare…

Quella sete che ti fa pensare di non avere più nulla da dire/fare/baciare/lettera/testamento

Quella sete che se riempi troppo il bicchiere va a finire che ti sbrodoli…

Quella sete che quando pensi di placarla, lo fai con talmente tanta ingordigia che l’acqua non va giù per strada fatta per lei…. ma prende i polmoni e fa mancare il fiato….

E ti attacchi al rubinetto, e non è mai abbastanza… e più ti riempi i polmoni più non riesci a  smettere… e sai bene che ti fai del male, che così non va… quello non è il modo giusto… allora di colpo smetti… e calmi tutto..

E vai avanti così…

a zigzagare tra le mani secche dal caldo e i polmoni invasi….

… e gli occhi…. quelli non ne hanno veramente mai abbastanza…

MA TU MAMMA, A COSA CREDI?

….ecco…non saprei….
Credo nel sole che scalda
E nella luna che illumina di poesia la notte.
Credo negli amici,
anche quando sono lontani
anche quando non ci sono
quando ci litigo e poi si ride di nuovo insieme.
Credo nelle canzoni che mi piacciono,
perché ci sono anche quando non le ascolto
e ogni volta mi danno le emozioni che cerco.
Credo nelle storie,
quelle fantastiche, quelle realistiche,
quelle da ridere e quelle da piangere
perché quando una storia si racconta mette in qualche modo insieme dei pezzi di me,
e questo mi aiuta.
Credo in fate, folletti, gnomi e fantasmi
Perché non è possibile che per il semplice fatto che IO non li veda, questi non esistano.
Credo nelle sere d’estate a fare tardi per strada a chiacchierare e ridere.
Credo nelle sere d’inverno,
tutti vicini al camino a parlare e a guardarsi.
Credo nel perdersi per sentieri conosciuti
E poi nel trovarsi in posti inaspettati.
Credo nelle cadute
Così come nel rialzarsi, diversi da prima.
Credo negli abbracci,
quelli della mia famiglia,
degli amici e anche  dei conoscenti,
perché credo che un abbraccio voglia dire aprire un pezzo di te e farci entrare l’altro…
e chiunque inizi un abbraccio vuol dire che lascerà sicuramente qualcosa di buono.
Credo nei colori e che se li mischi salta fuori qualcosa di straordinario
credo nel bere l’acqua dalle tazze e il caffè nei bicchieri di vetro
e il vino…..quello l’importante è che sia bevuto con qualcuno.
Credo nei prati e nei boschi,
nella montagna e nel mare ( quest’ultimo soprattutto in bassissima stagione!).
Nelle camminate e nello stare lunghi sul divano.
Credo nel portare a termine le cose iniziate
Ma credo anche, che se proprio non c’è cazzo, anche lasciare a metà è comunque una possibilità, alquanto legittima.
Credo nell’andare dritto per la propria strada
E credo che si possa sempre tornare indietro, fermarsi, svoltare e cambiare sentiero.
Credo che questo sia un bel mondo dove vivere
Credo nelle persone
Perché sono così imprevedibili, nel bene e nel male,
Da perderci il fiato
e il fiato, lo si perde quando ci si stupisce
…e quello che stupisce allarga il cuore a nuove idee.