pensieri alla frutta

Merenda.

Ho voglia di una mela.

Incido la polpa con il coltello rosso. Appena prima di togliere la buccia mi ritrovo a tentare di ricomporla. Mettere insieme le due metà, appoggiandole al piano freddo della cucina.

Fetta contro fetta, con le dita a tenerle insieme ma appena allento la presa cade e si riapre, non stanno insieme.

Una volta tagliata tale resta.

Quando non è intera, così rimane. Tocca mangiarla. O farne una torta. Che sarà buonissima e darà dolcezza alle labbra.

Ma la mela sarà tagliata.

Sarà anche per questo che alle mele preferisco i lamponi: son piccoli e difficilmente divisibili.

Non hanno mezze misure: o si spappolano o sono interi.

di rovi e lamponi, spine e dolcezza

Dopo una giornata complicata ( in realtà questa settimana è partita da yogurt scaduto… di un acidume senza senso!) arrivo a casa dal lavoro, il cielo sembra promettere il nostro temporale quotidiano, mi cambio e vado nell’orto per vedere se c’è qualcosa da raccogliere.

In questi giorni mi sta offrendo ciotole di lamponi.

Adoro i lamponi, da sempre.

Da piccola avrei fatto il bagno nelle fragole, solo perché i lamponi erano un frutto legato alla settimana passata in montagna, non direttamente a portata di maninagolosa.

Poi anni fa ho cambiato casa, ho avuto la possibilità di avere un orto mio e uno dei miei vicini mi ha dato una pianta di lamponi… da lì… è un appuntamento fisso.

Armata di ciotola mi infilo in quello che ormai è diventato un cespuglio e piano piano stacco i frutti maturi…che sono tanti, per giorni, come un’esplosione… perché il lampone quando decide che è ora, non si risparmia.

Piano e con delicatezza, perché solo quando sono pronti si staccano, non bisogna forzare o si spappolano tra le dita e li perdi.

Con attenzione e dolcezza, perché di base resta una pianta selvatica, che cresce bene se lasciata libera ed è piena di spine… è come i rovi ma al contrario di questi non ferisce la pelle, la gratta, quasi la solletica…

Quando ti avvicini, semplicemente ti avverte perché ha frutti piccoli, delicati e  dolci, tantissimi, nascosti tra le foglie, nei punti più centrali del cespuglio… son frutti importanti per lei, le servono per continuare a vivere, quindi li difende ma allo stesso tempo ne produce parecchi, per sé e per il resto del mondo intorno.

Le spine del lampone avvisano, non feriscono

Non sono strutturate per fare del male…

Con calma e pazienza ci si avvicina al cespuglio e quando ti sembra di aver raccolto tutto ( lasciandone anche per uccellini, insetti vari e ovviamente, vicini di casa) ti rialzi in piedi e… ne vedi ancora… e ancora.. e se passi il giorno dopo ci saranno altri frutti ad attendere…

Sembra selvatica, autonoma, in grado di sopportare qualsiasi temporale, grandinata, sole caldo e terra secca… e forse sì, è così… ma quando ti avvicini con dolcezza, delicatezza e pazienza ne puoi raccogliere i frutti, tanti, piccoli, dolci e aciduli allo stesso tempo…

…perché con la dolcezza la strada pare più bella ma un po’ di acido ci vuole, per ricordare al mondo che sei selvatica e certe cose non le digerisci…