di rovi e lamponi, spine e dolcezza

Dopo una giornata complicata ( in realtà questa settimana è partita da yogurt scaduto… di un acidume senza senso!) arrivo a casa dal lavoro, il cielo sembra promettere il nostro temporale quotidiano, mi cambio e vado nell’orto per vedere se c’è qualcosa da raccogliere.

In questi giorni mi sta offrendo ciotole di lamponi.

Adoro i lamponi, da sempre.

Da piccola avrei fatto il bagno nelle fragole, solo perché i lamponi erano un frutto legato alla settimana passata in montagna, non direttamente a portata di maninagolosa.

Poi anni fa ho cambiato casa, ho avuto la possibilità di avere un orto mio e uno dei miei vicini mi ha dato una pianta di lamponi… da lì… è un appuntamento fisso.

Armata di ciotola mi infilo in quello che ormai è diventato un cespuglio e piano piano stacco i frutti maturi…che sono tanti, per giorni, come un’esplosione… perché il lampone quando decide che è ora, non si risparmia.

Piano e con delicatezza, perché solo quando sono pronti si staccano, non bisogna forzare o si spappolano tra le dita e li perdi.

Con attenzione e dolcezza, perché di base resta una pianta selvatica, che cresce bene se lasciata libera ed è piena di spine… è come i rovi ma al contrario di questi non ferisce la pelle, la gratta, quasi la solletica…

Quando ti avvicini, semplicemente ti avverte perché ha frutti piccoli, delicati e  dolci, tantissimi, nascosti tra le foglie, nei punti più centrali del cespuglio… son frutti importanti per lei, le servono per continuare a vivere, quindi li difende ma allo stesso tempo ne produce parecchi, per sé e per il resto del mondo intorno.

Le spine del lampone avvisano, non feriscono

Non sono strutturate per fare del male…

Con calma e pazienza ci si avvicina al cespuglio e quando ti sembra di aver raccolto tutto ( lasciandone anche per uccellini, insetti vari e ovviamente, vicini di casa) ti rialzi in piedi e… ne vedi ancora… e ancora.. e se passi il giorno dopo ci saranno altri frutti ad attendere…

Sembra selvatica, autonoma, in grado di sopportare qualsiasi temporale, grandinata, sole caldo e terra secca… e forse sì, è così… ma quando ti avvicini con dolcezza, delicatezza e pazienza ne puoi raccogliere i frutti, tanti, piccoli, dolci e aciduli allo stesso tempo…

…perché con la dolcezza la strada pare più bella ma un po’ di acido ci vuole, per ricordare al mondo che sei selvatica e certe cose non le digerisci…

 

 

insalata mangiata…

ho fatto l’orto.

Come tutti gli anni, ho fatto l’orto e… l’ho fatto in ritardo e pensare che io non sono una ritardataria;

io non sono una che arriva in ritardo nel tempo…. io arrivo in ritardo nelle azioni!… quindi anche quest’anno, tutti iniziano più o meno a raccogliere i frutti del loro lavoro e io…. ho i vicini di casa che mi passano l’insalata.

Ho fatto l’orto dicevo, e come ho finito mi è stato detto : ” metti la rete sull’insalata, sai gli uccellini…” e io ovviamente ho pensato “giusto! è vero!”….

E poi non l’ho messa, l’ho comprata ma non l’ho messa!

Perché ? mi chiedo perché…

perché credo nella gentilezza, anche degli uccellini, perché con quella rete mi pare di togliere qualcosa a qualcuno, perché non sono capace di prevenire ( nemmeno tanto di curare ma son così….), perché ci spero e poi….

…. e poi sto seduta al sole a guardare la mia insalata mangiucchiata… ‘fanculo!