partenze, ritorni, pensieri sciolti e lacrime secche

di strade, salite e discese,

di asfalto e porfido, di viali e marciapiedi
di piazze e passeggiate lungo fiume
vorrei essere marmo, imponente e deciso… duro e  sicuro, per costruirsi si toglie un pezzo… ogni passo un pezzo che va via…
invece sono creta… di quella che prendi a manate e lanci sulla base di lavoro a grandi palle, con foga e a volte rabbia… ciò che togli da un lato alla fine lo rimetti dall’altro…
ad ogni passo un’aggiunta
ad ogni scossone una modifica
sindrome dell’abbandono?… può essere…
di passi leggeri e corse improvvise
di culi sui gradini e spalle appoggiate al muro
di occhi che guardano
e occhi che lacrimano
ogni passo un pezzo
mano aperta e aria che si stringe
vorrei essere marmo… invece son più spesso acqua
dovrei essere creta… invece son più spesso carta…
di sigarette e risate
di vino tinto e pintxo
di lacrime e cadute
di riprese e scossoni
di stupidera a vagoni
di acqua che crolla improvvisa dal cielo
di profumi incantevoli ad ogni angolo
pensieri che vanno e tornano
persone che arrivano e se ne vanno
piedi fermi e saltelli sconnessi
“… En el mundo, por el que camino,
me voy creando a mi mismo
una y otra vez…”
( Franz Fanon)
una parte di questi pensieri è stata smossa da un testo meraviglioso di Melina