Oggi ho camminato, tra sentieri, sole, nebbia, sassi, massi, erba e ruscelli.
Oggi ho mosso gambe e ginocchia, cuore e pensieri nel tentativo di arrivare un po’ più vicino alle nuvole.
Aria diversa, per sciogliere la confusione che ormai mi porta per mano da tempo.
Camminare verso un tempo nuovo, salire verso un sentire differente.
Un passo dietro l’altro allontanarsi dalla partenza e arrivare in cima.
Un passo dietro l’altro sentire la distanza aumentare.
Dal basso, partire, scavalcare pietre e salire sentieri allontanandomi.
E una volta a casa, rendermi conto che la lontananza è nei passi…
la distanza invece, quella è affare del cuore.
… Spero che un giorno smetterai di fare confusione
Tra il dolore ed il piacere,
la paura ed il bisogno di ferire
son certa che un giorno chiameremo tutto questo
col nome giusto
e ritrovata serenità…
Non è per niente un pensiero bislacco! La foto è incredibilmente bella e la serenità deve arrivare, ci spero con tutta me stessa ❤
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( hai visto che belle nuvolette?)…
Per ora ho vinto un po’ di calma e un ginocchio che mi insulta… Ma magari dormendo si rilassa anche lui! 😉
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Due paroline dolci e un po’ di arnica per il ginocchio, tanti baci per te. Le nuvolette sono magiche!
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Arnica messa, paroline dolci fatte, baci presi e abbraccio a te 😘
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Allora buona notte tesorina
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😘😘
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Camminare aiuta molto. A pensare, a sciogliere la confusione, ad arrivare un po’ più vicino alle nuvole… a tante cose, spero tutte quelle che ti servono.
Un abbraccio
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aiuta tanto, perchè è lentezza, è pensieri al passo lento del cammino senza affanno anche se con fatica…
lo spero anche io… ma sto camminando
un abbraccio a te 🙂
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l’ascesa, che sia a piedi o a pedali, se costa fatica ti ripaga con irripetibili sensazioni.
ml
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e a continuare a provare, la fatica sarà sempre più leggera da portare ..
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Passi e pensieri, e poi le parole, sono tutti intimamente legati. A ognuno i suoi.
Un bellissimo pensiero. Vivo, reale e poetico. C’è il battito.
Buona settimana!
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camminando ( e faticando un po’) si ascolta il battito, che diventa più consapevole e in quel ritmo, lento e vitale i pensieri sembrano sciogliersi e avere più “senso”.
Buona settimana a te 😉
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E’ esattamente ciò che mi fa amare il cammino… (e la montagna, che aggiunge sacralità al tuo modo di essere e sentire).
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ho ripreso troppo tardi a camminare, la stagione sta andando verso la fine e prima di tornare in alto devo allenarmi ( sia di piedi che di cuore 😉 ) ma questa volta non mollo… è un sentire diverso, quasi sottopelle…
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Proverò a trascriverti qui un paragrafo di un libro che ho appena letto. E’ un breve passaggio che sembra essere molto calzante… Passo, battito, pensieri, parole… (movimento, sentirsi e… danza).
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… aspetto a piediniballerini e mani che battono per l’attesa… 😉
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Eccoci.
Ti riporto un paragrafo estrapolato (un po’ barbaramente) da “Diario in inverno” di P. Auster. E’ una sorta di autobiografia, intima, un dialogo allo specchio apparentemente disarticolato. Molto coinvolgente, diretto, accessibile, maschile e, ovviamente, sincero.
Verso la fine Auster parla di una importante crisi motivazionale nella sua (ancora nascente e faticosa) carriera di scrittore. Allora aveva 32 anni, o giù di lì. Stava smettendo di scrivere, non credeva in ciò che scriveva. E, chiaramente, faticava a sbarcare il lunario con un figlio da mantenere…
Ora. Qui si parla di scrivere, certo. Ma si può scrivere e scrivere qualcosa di vero, sentito, vissuto, vero, solo se si è “in contatto”, solo se si sente il proprio respiro, il proprio battito. Il che è difficile da spiegare a parole. E’ qualcosa che precede la parola, sta in uno spazio fra l’emozione, l’esperienza e l’articolazione del pensiero. Viene prima della parola (articolata, detta o scritta), ma ne è il motore. L’unica vera ispirazione, l’unica vera chance di riuscire veramente a comunicare, a dire. Auster colse questa cosa – una specie di illuminazione – quando assistette a un balletto. Il balletto era perfettamente muto (niente musica, se non nella testa dei ballerini, solo battere dei piedi sull’impalcato del palcoscenico – ma ciò che era nella testa dei ballerini, piano piano, passo passo, si materializzava anche in quella dello spettatore). La cosa lo destabilizzò all’inizio, ma si rivelò di estrema potenza e bellezza, non appena “i suoi sensi” ne percepirono la portata (e tanto merito ai ballerini). Ma soprattutto ciò che lo fece letteralmente cozzare con la realtà delle cose fu il fatto che il balletto era intervallato da interventi esplicativi della coreografa, la quale, per quanto in gamba (e lo spettacolo in sé ne era prova), a parole non riusciva nemmeno lontanamente a sfiorare la bellezza cui gli spettatori stavano assistendo. Per cui il risultato fu un alternarsi di estasi e noia, gioia e incomprensione, bellezza e vane parole. Parole, solo parole, appunto.
Bene, ho parlato troppo.
Cedo la parola al maestro…
“Per fare quello che fai ha bisogno di camminare. E’ camminare che ti porta le parole, che ti permette di sentire il ritmo delle parole mentre scrivi nella tua mente. Un piede avanti, poi l’altro piede, il doppio battito di tamburo del tuo cuore. Due occhi, due orecchie, due braccia, due gambe, due piedi. Questo, e poi quello. Quello e poi questo. Scrivere comincia nel corpo, è la musica del corpo, e anche se le parole hanno significato, possono a volte avere significato, è nella musica delle parole che i significati hanno inizio. Siedi alla tua scrivania per scrivere le parole, ma nella mente stai ancora camminando, sempre camminando, e quello che senti è il ritmo del tuo cuore, il battito del tuo cuore. […] Scrivere come forma minore di danza.”
[“Diario in inverno”, P. Auster, p. 179, Ed. Einaudi]
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Mannaggialochetta!
è esattamente quello che pensavo l’altra sera, non potevi trovare spiegazione migliore!
E’ una cosa strana, a tratti magica , quella che succede… capire qualcosa, coglierne il senso, senza poi saperlo spiegare… è un sentire sottile, quasi animale ( ma quello siamo, inutile tentare di negarlo)
Concordo, ” scrivere comincia nel corpo” ( almeno per quanto mi riguarda) ma soprattutto non penso che scrivere sia un fatto esclusivamente di costruzione mentale.
Camminare permette di ritrovare il semplice, rilassato, ritmo infantile, quello che va dietro al cuore. La corsa è affare diverso, il cammino è semplice, lento è un rimettersi in collegamento, come se ci fosse ( e a quanto pare c’è) una linfa che scorre dai piedi fino alla testa, passando per il cuore collegando tutto il tuo essere ed è in quel ritmo che le parole escono e scorrono.
Siamo esseri ritmati, alla base del nostro essere vivi c’è un ritmo, lento ma continuo, quando lo si interrompe o lo si accelera qualcosa sembra non funzionare e così funzionano, credo, tutte le cose che possiamo fare, ci serve dare un ritmo, ai gesti, alle parole e alla fine anche ai sentimenti…
Rispetto al balletto senza musica : che incanto e che meraviglia! sai cosa mi viene in mente? ti capita mai di leggere o ascoltare un metafora, sentire di aver colto qualcosa, che alleggerisce in qualche modo il tuo tempo ma non saper spiegare quello che hai capito?… a me sì, spesso. Io adoro le metafore perché sono un ” andare in profondità”, perché permettono di cogliere alcuni aspetti delle cose in modo più selvatico, ancestrale… come se spostassero un mattoncino nella testa o nel cuore facendo passare un po’ d’aria e senti che qualcosa è successo, quel qualcosa ti fa stare bene/meglio al di là del saperlo spiegare e questo è quello che conta…
Ironia della sorte: spero di essermi fatta capire 😉 e se mi è permesso…
allargo le braccia, mi metto sulle punte e ti abbraccio stretto stretto perché questa condivisione è davvero preziosa, grazie mille! 🙂
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Ma certo. E’ tutto chiarissimo e condiviso. Ormai sei nella traccia, le tue parole percorrono e confermano la linea che prima di loro hanno trovalo le dita, gli occhi. Ci sei e continui la danza che è movimento e comunicazione.
E ancora. Ma certo. Fra quelle braccia trovi materia, consistenza di pelle e carne e sangue, la mia, che è diversa, ma non così lontana. E con essa un battito.
(e non ti devi nemmeno sforzare troppo, non sono così alto :-))
Preziosa la condivisione. Preziosi questi attimi, questi passi condivisi.
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questa nostra condivisione mi ha fatto tornare a galla un post di dicembre e una canzone che avevo inserito :
https://comelapolvere.wordpress.com/2015/12/21/il-fatto-e/
( mi piace che tu abbia scritto “lontano”)
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L’ho letto. Sì. C’è tanto in quelle righe, così naif, istintive, diafane e… profondamente vere. E c’è anche il senso della distanza.
Ho scritto “lontano”, hai ragione. L’ho fatto senza pensarci. Evidentemente non ce n’era bisogno. 🙂
E, sempre a proposito di contaminazioni e ispirazioni reciproche, sintonie. Nel tuo “post” di dicembre c’è una frase che non dice, ma in qualche modo prelude a qualcosa che anch’io ho intenzione di mettere in bacheca… A proposito di “restare fermi” o fermarsi, o sentire che tutto “smette di muovere”, mentre il mondo, comunque, “continua a girare, e tu con lui”…
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In questi ultimi mesi, un momento della giornata mi è caro… La sera, prima di dormire, l’ultima sigaretta sotto il portico ( vivo in campagna, non isolata ma nel silenzio)… Tutto pare fermo, eppure la natura vive, forse ancora più che nelle ore di sole… Il battito rallenta e la musica che porto nelle orecchie suona al mio ritmo… È lì, che mi fermo, non faccio nulla eppure è tutto un movimento…
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… … Io la fumo sul balconcino. Il cielo sopra il tetto del dirimpettaio (non è molto, ma dispensa sempre un saluto, un’ombra, un riflesso…). Silenzio, il vento che scende dalla valle (sto fuori città, a cento metri da un fiume). Non abbaia più nemmeno un cane. In questi giorni puoi sentire il frinire dei grilli. Cri-cri. Regolare. (altro battito) Fa compagnia. Quieta. Ti porta altrove. Mi stendo, anche, al fresco e mi lascio cullare…
Hai ragione. Sei fermo, ma ti senti partecipe di un tutto pulsante.
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Ho fumato l’ultima… S’è alzato il venticello e i grilli ci sono anche qui.. Buona notte, fai bei sogni 😉
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Anche tu.
Buona notte.
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Che foto! Dove sei andata? (Se si può sapere, ovvio)
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sono orgogliona, è venuta bene 🙂
Sono andata al rifugio Alpetto, ricostruito anni fa accanto a quello che ci hanno detto essere il primo rifugio CAI in Italia, dal rifugio ci sono ancora quattro ore di salita al Monviso ( ma non avevamo tempo e soprattutto allenamento per farlo, ci penseremo il prossimo anno)… quella via era la “vecchia” salita al Viso prima del passaggio al Quintino Sella…
( sto caricando le altre foto nella pagina della montagna… se uorpress mi aiuta!)
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Ahhh ok ok ok. Beh, direi che altre quattro ore (diciamola tutta, otto ore fra andata e ritorno) si sentono nelle gambe. Perciò meglio fermarmi in tempo.
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infatti sarebbe da fare in due giorni, perché in tutto sarebbero circa 12 ore ( le due che abbiamo fatto noi a salire più le 4 ad arrivare in vetta… e ritorno)… altro giro affascinante è ” il giro del viso” ma anche quello ha più o meno quei tempi…
foto caricate!… è stata una bella sfida… nelle ultime settimane sono andata un po’ di volte a camminare ma le altre era con bambini al seguito, quindi più corte e meno impegnative ma sempre meritevoli 🙂
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Con l’aria rarefatta si rarefanno (? si dice?) anche i pensieri? Rimangono solo quelli più importanti? Eh? 🙂
La foto è carina 😉
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( premessa: mandami pure a raccogliere formiche ma la volpe che è in me – ovviamente esemplare tonto- iniziava ad essere preoccupata, lo so non si fa… Invece si … Ecco l’ho detto!) 😉
In realtà più dell’aria lo è stata la salita.. Concentrarsi sul non volare giù per le ginocchia stanche, aiuta 😀
Grazie, mi piace quella foto
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(Te l’ho già detto che…? Ehssì, mi sa proprio di sì! 😛 )
Beeeh sì, però è una fatica diversa dal -chessò- togliere le erbacce, no?
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Certo che sì, soprattutto è la soddisfazione di riuscirci e il giorno dopo non essere proprio in modalità robocop…
( l’avevi già detto, sì ma anche io… No? 😉 )
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E la prossima volta, più in alto ancora!
(Eh, la solita 😛 )
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Di salite ne ho ancora tante da fare, oggi son di nuovo in pianura… È tutta questione di allenamento ( di gambe e di spirito ) 😉
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Eh… già.
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Ora è meglio dormire che domani c’è tanta strada ( dissestata) servono gambe riposate 😉
Buona notte IvanoTucanoprincipepiccolo 😀
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Buona notte e buona strada 😉
( 😛 )
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tra un masso e l’altro… sto per arrivare a sera… 😉
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Non ci sei andata a sbattere, vero?
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Poco poco, solo leggera con le spalle.. 😉
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Eh ma dovevi aggirarli!
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Ennó… Dritto in faccia agli ostacoli, a muso duro e deciso… ( chebbottaperò!) 😀
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Che botta, pefforza! Anche se… mi sa che pure gli ostacoli non se la sono passata tanto bene… 😀
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Eh, loro mi sa che ci metteranno del tempo per sentire la botta, son pietre e son più dure… Io invece, un po’ di pomata e si riparte 😉
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Son dure ma potrebbero spezzarsi…
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Non ambisco a tanto, mi basta un graffietto, che faccia modificare la forma…
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Piccoli segni per piccole vittorie…
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Piccoli passi, inizio di camminate 😉
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…che chissà dove porteranno
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Mi auguro da qualche parte ( di piacevole non sarebbe male) 😉
Ehm… Senti… Chiedo troppo ?
( no perché son tanti giorni sai?!… Detto a labbra in giù e occhi tristi..)
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Eh infatti, non sarebbe niente male 😉
No no, non chiedi mai troppo quando non chiedi troppo 😛 (eddài, quanti mai saranno? 😛 )
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Lento, calmo, al suono del respiro eh?… Che dici?
😛
( sonontroppissimamente troppi!!)
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Dico che va bene 😉
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Allora sposta il becco e allarga le braccia..
( però resto un po’, sì ci sto prendendo il vizio non lo dire)
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(non lo dico, però… 😛 )
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( ssshhhhhh… Mi sto accoccolando …) 😛
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(… 😉 )
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Tuttoilbenechec’è e anchedipiù! 😉
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E a te di più ancora! (tsk! 😛 )
‘notte ‘notte 🙂
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E questo stasera Telobecchi ( e dirlo a te mi fa scassare!) 😘
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Ah! Ehm, va bene me lo prendo (melobecco) volentieri 🙂
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mmmmm Tati mia questi pensieri bislacchi!!! Acciacchi del ginocchio e acciacchi del cuore ❤ Ma la foto l'hai scattata tu? E dove? E quella canzone di Carmen è la mia preferita dell'album Elettra, insieme a Mandami una cartolina.
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Acciacchi alle ginocchia perché il cuore è un po’ appesantito, ancora un po’ di allenamento per alleggerire il cuore e correre per quelle salite!
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fottuto cuore, insieme alla testa, sono quelli che pesano più sulla nostra vita. Ti abbraccio
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dici bene : FOTTUTISSIMO CUORE e dannata testa bislacca che fa dar peso inutile a parole pesanti… ma è solo questione di allenamento 😉
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e tu sei una fottuta atleta 😀
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dannato uorpress che mi taglia i commenti!
la foto… sì l’ho fatta io, a metà percorso, la canzone è meravigliosa ( sentita dal vivo sabato sera 😉 )
mandami una cartolina è deliziosa
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opps… mandaci una cartolina.
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… o una foto 😉
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Calma e credimi andrà meglio!
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lo so… ci vuole solo tempo… anche se pare eterno… ma andrà meglio, lo so 😉
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Stanne certa!
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Che bei pensieri Tati dolce…camminare in montagna aiuta a dipanare forse un po’ di pensieri! Come sta il ginocchio? e il cuore soprattutto? Ti mando un abbraccio grande grande
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Buongiorno dolceMarghe,
riuscire a prendere quel ritmo in quel tipo di silenzio aiuta, tanto… il ginocchio si fa ancora sentire ma più per i muscoli indolenziti che per altro.. il cuore… celafà… celafà…
prendo l’abbraccio e lo restituisco stretto stretto ❤
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