pressione bassa e strofinacci…

C’è qualcosa di dolce negli stracci… qualcosa che attira la mia attenzione e che non so spiegare.

Ci sono quelli in cucina, ne ho sempre tre o quattro in uso soprattutto per la mia capacità di far danni e sporcare
Uno per asciugare le stoviglie, così non rimangono i segni
Uno per frutta e verdura, perchè anche quella dell’orto richiede una minima rinfrescata
Uno utile quando rovescio qualcosa sul ripiano…. e accade in continuazione
Uno che viene usato, fino a quando è pulito, come tovaglietta per la merenda di Mini
Ovviamente….
Questa è la distinzione se solo fossi una persona precisa…
Nella realtà dei fatti tutti quanti si mischiano e invertono, si scambiano compito e posto come in un gioco al nascondino
Il più delle volte sono dall’altra parte del mondo e con mani gocciolanti attraverso la cucina, rendendo partecipe il pavimento di quello che accade ai ripiani più alti
o mi ritrovo ad asciugare il bicchiere appena lavato con lo strofinaccio che ho usato per pulire i pomodori… dannazione!
O ancora, Mini si lava le mani e le asciuga con quello appena preso dal cassetto… dopo una sessione di pittura a fango generando una sindone manesca sul tessuto…
Sono semplici pezzi di stoffa, a volte recuperati da vecchi ritagli o tovaglie rovinate, utili per fare pulizia in un mondo troppo spesso sporco e incasinato
Asciugano, puliscono, ricoprono frutta e torte proteggendo da quella parte di mondo che ronza intorno e porta poche cose buone
Presi al mattino dal mobile, lindi e stirati, con le cuciture allineate e i colori brillanti
dopo mezza giornata sono messi “a pallina” su una parte del ripiano
Li appendo alla maniglia del forno quando voglio far finta di essere ordinata ma con la loro forma e le millemila pieghette sorridono di me rassegnati ad una vita da stropicciati
E anche se lanciati, arrotolati, abbandonati in un angolo o usati in continuazione … sono sempre lì, come piccoli eroi del mio mondo quotidiano…