se le stagioni sono quattro c’è un motivo, credo di averne persa qualcuna per strada…

C’è un momento per ogni cosa

un tempo buono per essere com’è giusto che sia…

C’è il momento dell’ allegria nonostante tutto,

il sole e il cielo limpido richiamano alla voglia di fare, di non mollare, di cercare sempre e comunque un motivo per andare avanti, con la bocca a sorriso, anche se appena accennato. La luce e il calore delle giornate estive richiamano questo: energia da raschiare dove meno l’aspetti, tirarla fuori perché pare un tempo buono per fare, aprire le spalle e occhi ad aria nuova…

C’è il tempo della calma, del rallentare,

riprendere contatto con anima e pensieri, col passo lento del perdono, per te, per quello che vorresti, quello che non sei riuscita a fare e quello che proprio non vorresti toccare… E’ un tempo sospeso, tra l’energia che si sposta dai piedi e dalle mani verso il cuore e i pensieri. Sono giorni alternati tra il fare e il pensare, tra la vita e i sogni. Giorni in cui ti chiudi in casa ma non al mondo, in cui riprendi in mano il tuo nido, lo rimetti in sesto, ti ci accoccoli come i gatti sul cuscino… e come i gatti resti pronta allo scatto, allo slancio…

C’è il momento degli occhi al di là dal vetro,

torna la luce ma non è accecante, l’aria ancora fresca sveglia e scuote ma permette ancora di rintanarti sotto la tua coperta. I pensieri si aprono verso un più in là nuovo, l’energia rinasce e dalla mente passa alla bocca, scivola tra le mani. Sono giorni di nuovi sentimenti verso il tuo tempo, a piccoli passi come fanno i germogli sugli alberi e i primi fiori in giardino… E’ il tempo del forse, del magari e del chissà, del non si sa cosa accadrà ma ci proviamo…

Ma c’è anche il momento del non ne ho voglia, non mi lamento ma vorrei fermarmi,

il tempo della resa, perché non è sempre e solo necessario lottare, a volte le energie sono al minimo ed è giusto ammetterlo e stare ferma. Il tempo del dormire, del guadare il soffitto, senza pensieri che corrono tra le tempie come criceti impazziti sulla ruota sghemba… il momento di chiudere gli occhi e poter rispondere a cuor leggero, alla domanda di rito ” come stai?” con un bel sincero e onesto : ” non va bene ma non preoccupatevi, lasciatemi qui… poi passa”. Perché poi passa sempre ma bisogna scavalcarlo quel muretto e non necessariamente con un salto alla OlioCuore… è un sacrosanto diritto non avere voglia, non sentirsi bene e non avere intenzione di recuperare energie per andare oltre alla velocità della luce.

… certo che se questo maledetto inverno si traveste da primavera ogni tre secondi non è facile restare arrotolata sul divano sotto una coperta spessa un palmo, quando fuori c’è il sole che richiama ad una vita che oggi non assomiglia affatto alla tua… per rinascere bisogna in qualche modo un po’ morire… e questo tempo farlocco mi pare un accanimento terapeutico!