Impronte

Non ho l’abitudine di lavare le scarpe.

Tranne quelle di Mini, ridotte a delle montagnole di terra per tutti i giochi bambini tra campi e fango, prati e foglie secche.

Le mie sono logore e sporche.

Ho imparato a toglierle entrando in casa, quasi sempre.

Quando calpesto qualcosa me lo porto appresso.

C’è la terra che si sgretola e si fa polvere, staccandosi dalla suola delle scarpe che uso a camminare.

C’è lo SCIAK delle gomme da masticare, calpestate nelle piazze o staccate dai marciapiedi di paese.

La strada che passeggio resta attaccata e si prolunga nel tempo e nello spazio.

Anche quando cammino a piedi nudi.

L’orto, il giardino, la strada davanti a  casa, allargano i loro confini, vanno oltre lo spazio concesso loro.

Se la suola, o la pianta del piede, è molto sporca tento di togliere il più grosso ma qualcosa, qualche velatura resta sempre.

Allora lascio impronte che a volte sono solo velature di polvere, come ricordi leggeri altre volte l’impronta si riproduce, ad ogni passo ne lascio un pezzo, ad ogni passo l’impronta cambia colore, si mischia ad altro ma c’è e la posso vedere, a tratti la sento…

Una parte si stacca e l’altra entra ancora di più nella suola o nella pelle.

Potrei lavarle con un sapone potente ma preferisco sia il tempo a pulirle e a rendere quelle macchie impercettibili.

 

45 pensieri su “Impronte

  1. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la fila di scarpe appese nella città di Spectre. Le scarpe sono il contatto col mondo e infatti loro vanno senza scarpe, è come se vivessero tutti in una grande casa senza uscirne mai. Non hanno bisogno di scarpe, le lasciano in alto dove non le possono più raggiungere, forse è come se avessero “paura” di metterle. Preferiscono fermarsi lì dove sono. Mica li giudico, sapessi io quanto ci vivrei volentieri a Spectre, dove la vita è più semplice anche se sa irrimediabilmente di edulcorato… Alla fine è bello, dai, sporcarsi le scarpe, le vivi e scivoli sul mondo. Impossibile non sporcarsi.

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  2. Bella questa riflessione sulle orme che non solo lasciano segni nel mondo che attraversano, come siamo portati a pensare, ma invece se ne portano pezzi appresso. Il camminare non è quindi solo lasciare segni di sé nel mondo ma anche raccoglierne pezzi da portarsi appresso. Bella contaminazione. 🙂

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  3. Lavare le scarpe, ma si possono lavare? Un solo caso nella mia vita.
    Diversi anni fa, quando le Superga ritornarono di gran moda tra i ccciofani, ebbi regalato un paio di queste “scarpe da ginnastica”. Le ho sempre chiamate così anche se io e la ginnastica siamo come il Serpente (io) e la Madonna (la ginnastica). Le ho messo – credo – due volte poiché a contatto con il mio piede la morbida scarpa dalla suola gommosa creava un effetto “forno crematorio”. Evidentemente la gomma trasmetteva, pari pari, la temperatura dell’asfalto. Ed essendo estate gli effetti precorrevano il surriscaldamento del pianeta (regaliamo a Trump un paio di Superga così se ne accorge pure lui),
    Chiaramente la sudorazione del piede rischiava di generare un fenomeno aggiuntivo: da stato solido a stato gassoso (sublimazione, mi pare si chiami).
    E, a suo modo, un certo tipo di gas si sviluppava quando il sudore entrava a contatto con la gommosità della suola interna. Le Superga erano scarpe lavabili. E c’era un motivo. Un motivo molto valido.

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    • MiticheSuperga!! ci mettevo una settimana a farle diventare “vissute” e in dieci minuti mia madre le lanciava in candeggina. Dico “lanciava” perché mia madre letteralmente lanciava le cose come un rugbista… ho ancora oggi dei pantaloni ai quali sono affezionata che hanno una macchia sul polpaccio e tutti a dire ” carino quel fiore? come l’hai fatto?”… e io ” non è un fiore, è una macchia bella e buona di candeggina!” 😀

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  4. “La strada che passeggio resta attaccata e si prolunga nel tempo e nello spazio.
    Anche quando cammino a piedi nudi.
    L’orto, il giardino, la strada davanti a casa, allargano i loro confini, vanno oltre lo spazio concesso loro.”

    Che bello…!!
    Un saluto a te e alla tua delicata poesia,
    Paolo

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    • Urcamalura! un Paolo! un Paolo!! O_o 🙂
      … nel mio mondo tutto si mischia, non ci sono comparti stagni e delimitati, quello che tocca da una parte fa lasciare impronte e strascichi per tutto il cammino…
      Un saluto a te

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    • Buongiorno MargheMeringa, non è facile convivere con questo vizio all’essere spugna, si assorbe e rimane sempre qualcosa ma essendo questo nel bene e nel male noi guardiamo al bene e il resto vada aff@@@@***O un po’ più in là… 😉

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  5. Quante stupende cose può fare il tempo!!!
    Hai scritto qualcosa di bello e hai dimostrato di non essere fanatica del pulito.
    Un po’ di anni fa una mia paziente fumatrice e fanatica del pulito, grande utilizzatrice di alcool denaturato, diede fuoco alla casa. Per fortuna il fuoco fu spento in tempo… ma, sicuramente avrebbe fatto pulizia.
    Buon pomeriggio Tatì.
    Quarc

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