Impronte

Non ho l’abitudine di lavare le scarpe.

Tranne quelle di Mini, ridotte a delle montagnole di terra per tutti i giochi bambini tra campi e fango, prati e foglie secche.

Le mie sono logore e sporche.

Ho imparato a toglierle entrando in casa, quasi sempre.

Quando calpesto qualcosa me lo porto appresso.

C’è la terra che si sgretola e si fa polvere, staccandosi dalla suola delle scarpe che uso a camminare.

C’è lo SCIAK delle gomme da masticare, calpestate nelle piazze o staccate dai marciapiedi di paese.

La strada che passeggio resta attaccata e si prolunga nel tempo e nello spazio.

Anche quando cammino a piedi nudi.

L’orto, il giardino, la strada davanti a  casa, allargano i loro confini, vanno oltre lo spazio concesso loro.

Se la suola, o la pianta del piede, è molto sporca tento di togliere il più grosso ma qualcosa, qualche velatura resta sempre.

Allora lascio impronte che a volte sono solo velature di polvere, come ricordi leggeri altre volte l’impronta si riproduce, ad ogni passo ne lascio un pezzo, ad ogni passo l’impronta cambia colore, si mischia ad altro ma c’è e la posso vedere, a tratti la sento…

Una parte si stacca e l’altra entra ancora di più nella suola o nella pelle.

Potrei lavarle con un sapone potente ma preferisco sia il tempo a pulirle e a rendere quelle macchie impercettibili.

 

scarpe…

Tra il salotto e la taverna c’è un piccolo corridoio con l’appendiabiti e una piccola panca, che usiamo come scarpiera.
Ci sono le scarpe che usiamo di più, quelle da ginnastica, i sandali… quelle del momento insomma.
Ieri le guardavo, come ogni punto della casa anche quello è un bel casino
Tutte lanciate, spaiate e accatastate
Sembrano una rappresentazione delle nostre uscite di casa…
“…Veloce, veloce… è tardi, è tardi, è tardi!..” ( una vita da Bianconiglio, insomma)
Non sono quella che si può definire “amante delle scarpe”, i miei acquisti vanno in base alla necessità : un avvenimento importante e DEVO fare l’acquisto ( per non sentire Madre&Sorella, il duo “mettitiinordine” della famiglia) oppure quelle che indosso sono alla fine, alla frutta, nemmeno la colla le tiene insieme…
Eppure alla fine ne ho tante, veramente tante… perché?
Non riesco a buttarle via, anche quando l’acquisto è stato ampiamente ammortizzato…. anzi, le uso da talmente tanto tempo che quasi mi potrebbero pagare per usarle.
….
Per camminare bene devo avere il piede comodo e questo accade quando le scarpe ne prendono la forma e si modellano…
Devono essere leggere,
contenere ma non costringere
Nelle scarpe c’è tutta la strada fatta e quella che farò
Sono consumate dalle corse e dai passi leggeri
La suola sotto le dita, fa vedere quanto sto sulle punte, per guardare più in alto
e per lo stesso motivo c’è una leggera piega sulla parte superiore
Sono graffiate per tutte le volte che son caduta o ho raschiato i piedi sui muretti
I colori si sbiadiscono perché spesso inzuppate di pioggia e poi lasciate al sole
La mia incapacità a restare ferma, in piedi, girando i piedi in modo da far combaciare le suole fa sì che nella parte esterna siano sempre un po’ più sporche o rovinate…
Le infilo senza slegarle e questo distrugge il tallone
Le tolgo senza sfilarle con le mani ma schiacciandone una parte con l’altro piede, rischiando cadute rovinose… perché son brava a complicarmi la vita da sola
Non riesco a comprarle nere, a parte un paio di stivali le altre vanno dal marrone al verde, passando per blu, rosa, rosse, a fiori, a disegni…
Per tutti questi piccoli particolari, gesti personali e quotidiani le mie scarpe sono un po’ come uno scrigno del tesoro, conoscono un pezzo di me che sfugge a molti…
Per questo non riesco a metterle via…
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… e oggi ho queste qua…
….

da una vita…. a volte sì a volte no…

“Tu sei quella che siede in disparte
a spiare come danzan le altre.
Sempre il prossimo giro tu aspetti
per entrare nel ballo anche tu.
Tra la gente tu hai sempre il timore
che qualcuno ti voglia parlare.
Dei tuoi giochi tu ridi da sola
che giocare con gli altri non sai.

Nello specchio tu cerchi ogni sera
di capire se sei bella anche tu.
Leonetta, la vita ti aspetta
per danzarla le scarpe ti do.
Senza fretta e senza paura
passo a passo ora tu ballerai.
Leonetta la vita ti aspetta
per danzarla le scarpe ti do.”

(tema di Leonetta – A.Branduardi)

…. forse è il caso che le scarpe melecercodamé…

… oppure vado a piedi nudi…