Sul rettilineo che porta al paese, affiancato da campi di grano e qualche casa sparsa, guida in modalità ” sempre la stessa strada, sempre le stesse buche, gli stessi papaveri, il solito camion che svolta a destra e l’indiano in bicicletta sul ciglio della strada verso il lavoro”.
L’aria è grigia ma non così fresca, occhi e pelle non sono in sintonia in questo maggio travestito da febbraio.
Decelera.
Scala marcia.
La solita colonna di anime in scatola, il solito passaggio a livello. Chiuso.
Stop.
Pensieri leggeri prendono forma in quel punto della testa che sta appena sopra la nuca. Non ci sono parole ma solo immagini, profumi e sensazioni sparse.
———
La sedia di legno rossa, di dimensioni bambine, posta esattamente tra il frigorifero e il termosifone, nella casa dove è cresciuta, rifugio quotidiano per leggere e ascoltare le chiacchiere, tra fornelli e lavello, della mamma e della sorella.
Le scale per entrare nella casa dei nonni materni, pochi gradini sui quali fare sosta a sgranar pannocchie con nonno Michele.
Il granaio con le nocciole messe a seccare, metterci i piedi sopra e mantenere l’equilibrio, di nascosto da chi si sarebbe infuriato, per il pericolo di rompersi il collo e per lo spreco di gusci rotti.
Il piazzale di cemento nuovo, a casa della vicina, sul quale lanciare acqua con la canna e scivolarci sopra come si fosse al parco giochi visto in televisione, sbattendo contro la recinzione ottenendo quelle che per noi erano le ferite dell’unica guerra ammessa: crescere e ridere facendolo.
I colori all’interno della piccola cartoleria di paese e l’odore della cancelleria nuova, che si rinnova uguale ogni settembre.
Il parco cittadino che profuma di erba appena tagliata e fiori di tiglio, attrezzi da giocoliere buttati alla rinfusa, piedi nudi, giochi di equilibrismo, odore di sigarette, birra calda e pizza nel cartone.
Le mani incontrate, gli abbracci fatti e ricevuti.
I vicoli di Torino e l’aria che alcuni di loro sanno incanalare, tra negozi, botteghe, kebabbari e pizza al taglio. L’odore di caffè che in primavera esce dalle porte a vetri insieme alle coppie sorridenti delle loro pause.
Muri tinti di fresco, l’odore di mobili nuovi, il turchese della tenda del vecchio salotto, che balla sotto l’aria di primavera al quarto piano della mansarda, colorando il mondo interno di fresco e del possibile.
I respiri vicini e le risate di pancia.
Le urla di rabbia, i piatti rotti.
Le scuse.
Le ripartenze e i ritorni, l’odore di lavanda e naftalina che hanno con loro.
Un rumore in lontananza si insinua con prepotenza, raggiunge l’orecchio sinistro
” EHI! TUTTO BENE? CI MUOVIAMO?!”
D’improvviso tutta torna, com’è di solito. L’asfalto, i binari, le sbarre aperte, le curve, le case, i vicoli stretti.
Con i ricordi bloccati procede per la solita strada, ad occhi socchiusi, cuore aperto e pensieri sopiti.
Fino al prossimo passaggio a livello.
” Mi accorgerò di aver sottovalutato i miei sospiri
“Sì viaggiare” recitava una canzone e tu mi hai fatto viaggiare con te sul sedile posteriore, piccolo piccolo per non farmi scorgere, leggiero leggiero.
Ahahah no, no, significa: sei entrato timidamente, chiedendo “permesso” con educazione e poi hai invaso il mio spazio. Indica l’invadenza di una persona che inizialmente ha finto timidezza e discrezione.
Il napoletano è una cosa meravigliosa, mi hai dato lo spunto per ritornare a scrivere della mia rubrichetta della mia lingua-madre (anche se in pubblico fa finta di non conoscermi)
Il mondo esiste, tanto quanto l’Impero ma siamo umani e unici la testa è la nostra, il cuore e l’anima anche… si tiene duro e ci si tiene stretti quello che fa bene 😉
Sei proprio brava…. Con le parole e con le immagini: C’ero anch’io, sentivo aria e polvere, e l’odore nascosto della ferrovia.. Po sono tornata alla “mia” Torino…Grazie!
Reflections on life as a curator, researcher and arts writer. Also known as #wordgirl, making books, living with invisible illness and "connecting the dots that people can't see" (Richard Hsu, TEDxShanghai)...
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)
Troppo tu, tesoro. Ti si entra fin dentro l’anima 😘
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E io ti lascio entrare, lo sai c’è posto. Ma che dico? Ci sei da tempo😘
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Frrrrrrrrrr…… e chi si muove? Ho preso la forma 😉
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ti ho fatto un angoluccio con poltrona a quadretti bianchi e rossi, tavolino, tazza di te e lampada :-*
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Uhhh, meraviglia! 😍😍
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C’è anche una copertina a pois… se servisse ❤
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Da puciu! https://lamelasbacata.files.wordpress.com/2018/05/20120315-144301-1481407411.jpg
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Adorevolissimevolmente! ❤ ❤
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la solita strada può portare a luoghi imprevisti della mente, specie se il passaggio livello è chiuso, chè da fermi si viaggia meglio
ml
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Sempre preciso.
Nulla da aggiungere 🙂
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“Sì viaggiare” recitava una canzone e tu mi hai fatto viaggiare con te sul sedile posteriore, piccolo piccolo per non farmi scorgere, leggiero leggiero.
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TE piccino picciò dentro la mia Tatimobile che è una scatoletta… ma che avevi? le ginocchia in bocca?? 😀
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Ofa che fi fenso, credo di FI’!
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ahahahah! Tu sei tutto matto! Che bisogno avevi di intrufolarti così? Se lo dicevi smontavo il sedile e ti facevo spazio!
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Fi folefo fare una forprefa!…Ofa poffo meffere le ginoffia giù?
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Apro il finestrino! Allunga ‘sti arti che ti voglio tutto intero!
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Ego, fatti cchiù llà e jà! [tipico esempio di: “si trasuto ‘e stritte e ti si mise ‘e chiatto!]
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Se non ho capito male il significato della frase, mi viene da dire che i più piccoli tengono sempre un botto di spazio😂
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Ahahah no, no, significa: sei entrato timidamente, chiedendo “permesso” con educazione e poi hai invaso il mio spazio. Indica l’invadenza di una persona che inizialmente ha finto timidezza e discrezione.
Il napoletano è una cosa meravigliosa, mi hai dato lo spunto per ritornare a scrivere della mia rubrichetta della mia lingua-madre (anche se in pubblico fa finta di non conoscermi)
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I dialetti hanno la capacità di dare un senso concreto alle situazioni quotidiane… adoro
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A volte sembra che il mondo faccia di tutto per renderci peggiori, o almeno per annullarci. Ma con te dovrà faticare parecchio… Come evochi bene tu 😉
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Il mondo esiste, tanto quanto l’Impero ma siamo umani e unici la testa è la nostra, il cuore e l’anima anche… si tiene duro e ci si tiene stretti quello che fa bene 😉
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Sì, un bel programma 🙂
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E quando inizia? Prendo le patatine! 😀
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Ricordi e sogni e desideri e realtà… tutto si mischia in questa vita meravigliosa. Molto bello leggerti 😊
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Tutto si mischia, a volte confonde altre riempie il cuore è buffa e meravigliosa questa vita! 🙂
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Mi trovi perfettamente d’accordo con te 😘
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Sei proprio brava…. Con le parole e con le immagini: C’ero anch’io, sentivo aria e polvere, e l’odore nascosto della ferrovia.. Po sono tornata alla “mia” Torino…Grazie!
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Grazie a te. 🙂
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I meandri dei tuoi pensieri sono meravigliosamente poetici. Vorrei fermarmi con te a un passaggio a livello e guardarli insieme!
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Eh ma prima o poi passerai da qua! Sennò ti vengo a prendere! ❤
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