nei panni degli altri..

Qualche giorno fa ero da una cara amica per un pranzetto insieme (ci conosciamo e frequentiamo da quando abbiamo tre anni… più che un’amica è una sorella), ad un certo punto se ne esce con:

“Tati, guarda questi pantaloni… li useresti? se vuoi te li do, io alla fine li uso poco”.

Capita spesso e non solo con lei, da sempre. Ho un armadio in condivisione, con chi ne ha bisogno… presto e ricevo in prestito indumenti di vario genere: per occasioni speciali o anche solo per piacere improvviso.

E’ un’abitudine che probabilmente risale al fatto di essere la sorella piccola, quella che usa i vestiti smessi; l’ho sempre fatto e non ho mai subito la cosa, non so dire se per venerazione nei confronti di una sorella più grande o per pigrizia nell’acquistare indumenti, molto probabilmente per entrambi i motivi.

Capita quindi di trovare nell’armadio una maglia che in realtà appartiene ad un’amica, così come succede di ritrovarsi ad una cena e riconoscere il mio golfino sulle spalle di un’altra.

Ricordo l’ultima gita del liceo, dieci giorni a Parigi… avevo un amico, era per me come un fratello minore, invidioso che la sua classe non fosse stata inserita nella gita. Il giorno prima di partire gli ho detto :” Diò, dammi una maglietta tua… la porto con me, così ti faccio fare un giro a Parigi” e così è stato. Come il nano di Amélie la sua maglietta ha respirato l’aria di Montmartre, di Belleville, ha visto Notre Dame e les Champs-Elyseés, ha respirato i profumi del quartiere latino… ha fatto festa con tutti noi e passeggiato per i vicoli stretti del centro… lo so, pare una sciocchezza eppure a me sembrava di averlo intorno a sparare cazzate e a meravigliarsi di fronte alle opere che io avevo la fortuna di vedere.

Mi piace il profumo delle persone, non parlo di quelli che ci si mette dopo la doccia, il bagno, per uscire tra la gente… parlo dell’odore della pelle, quello che nessun profumo potrà mai copiare, quello unico di ognuno di noi e per me, per quanto ci si possa spruzzare profumi ricercati, sugli indumenti rimane sempre quel profumo lì…

Ed è quello che sento quando indosso l’indumento di qualcun’altro… perché è quello che mi entra nel cuore quando abbraccio…

Quando mia nonna è morta tre anni fa, la zia ha chiesto a me e a mia sorella se volevamo tenere qualcosa dal suo armadio, il resto lo avrebbe regalato: ecco… pochissima roba è stata data via. Ho i suoi guanti, le sue sciarpe, i suoi gonnelloni di lana, un po’ di maglioni, un pile che uso in casa perché veramente inguardabile ( un briciolo di dignità la conservo, anche se non amo fare shopping, non indosso la qualsiasi..). Ogni volta che indosso uno di questi abiti, nonostante i numerosi lavaggi… sento il suo profumo e lei pare essere lì, con me… e non so spiegare come mai, mi ritrovo anche un po’ ad imitarne i gesti… la necessità del fazzoletto di stoffa  e di due caramelle all’eucalipto in tasca…

Indossare abiti altrui è un po’ come portare con me la persona in questione, come tenerla stretta quando è lontana, respirarla  e farla passeggiare nel mio mondo

Entrare nei suoi abiti è un bell’esercizio per sentirne e comprenderne i modi, una maglia stretta ti fa comprendere la rigidità delle spalle, una felpa comoda ti fa capire la rilassatezza nei movimenti…

Infine… credo che addormentarsi con la maglia di qualcuno addosso sia una delle cose che più fa sorridere quando si scivola nel mondo dei sogni…

 

62 pensieri su “nei panni degli altri..

  1. Io ho una bottiglietta vuota di profumo di mio nonno, quelle vecchie con la pompetta per spruzzare. Prima la riempivi e poi con la pompetta spruzzavi. Il profumo dentro non c’è più, ma quando spruzzo l’aria vuota che c’è dentro, non so perchè ma torno indietro nel tempo e mi ritrovo accanto lui.

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  2. Mi piace tanto questa cosa, che non faccio però è bellissima, anche il mio olfatto non è gran cosa, però mi capita di sentire qualcosa nell’aria che mi riporta la memoria di una persona cara a tradimento, che siano profumi che indossava o un odore sentito in qualche occasione particolare (per tanto tempo la focaccia alla salvia ha avuto questo effetto di riportarmi alla mente la mia prozia che me l’aveva forse comprata per prima). E davvero quella cosa della maglia portata a Parigi è mitica! 🙂

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    • siamo fatti di tutti i sensi e con tutti i sensi viviamo, conosciamo e impariamo il mondo e le persone intorno, questo credo… e l’olfatto ha per me una grande importanza ( nel bene e nel male, ci sono odori che mi bloccano il respiro e fanno scappare dietro al divano con tanta paura…)… e vivendo immersa nelle sensazioni, credo davvero che un indumento possa essere decisamente importante e parte dell’animo di una persona 😉

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      • Sì, è vero ma purtroppo non tutti sono sviluppati allo stesso modo. La natura è stata un po’ avara con me in termini di olfatto, udito e vista… ho sempre vissuto tanto di parole. Ultimamente forse mi sto un po’ riappropriando dei sensi 🙂

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  3. L’olfatto scatena reazioni molto complesse e profonde, più di quanto succeda con la vista. L’occhio lo puoi ingannare (vedi il cinema)8, l’olfatto lo puoi solo confondere mischiando tanti odori insieme. L’olfatto viene usato anche in bieche tecniche di vendita: vengono ricreate delle essenze che comunicano direttamente al cervello e quindi se entri in una cartoleria e senti l’odore di astuccio e matite, non sono né le matite né gli astucci, ma l’essenza che fa risvegliare il tuo ricordo tra i banchi di scuola, i compagni di banco e le smaltite per le interrogazioni della prof in modalità “blitzkrieg”.
    È davvero un bel modo di tenerti strette le persone care e portarle in giro anche se non sono lì. Non ho sviluppato ahimè questo tipo di olfatto, ho più una memoria fotografica per le persone care, mentre per i luoghi mi ci ritrovo esattamente come descrivi. Sento un odore e so di essere a casa. Sento un odore e so che è un certo periodo dell’anno in quel posto.
    Buone annusate

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