vetri sporchi, appannati, puliti, scheggiati…

Costruire sogni di polvere colorata

Fabbricare speranza con materia invisibile come il vento

Sentire profumi nell’aria e regalarsi momenti di pace

Scivolare sul grigiore degli altri

come sul fango sotto un temporale

Sporcarsi da capo a piedi e per un attimo non riuscire a tenere aperti gli occhi…

Aspettare che la pioggia lavi via ogni fastidio….

… e ricominciare a sognare…

 

Una finestra sul mondo, col vetro nuovo appena montato, tutto pare limpido, preciso.

Le finestre guardano fuori, osservano e scrutano

Dal vetro si riflette l’interno, che si mischia col mondo fuori come in una fotografia ad esposizione multipla

… e uscendo, col naso appiccicato al vetro quell’interno diventa più chiaro…

Bisognerebbe averne cura, perché polvere e pioggia non hanno pietà. Se aspetti a lungo il vetro si offusca e non vedi bene, rischi di perderti qualcosa al di là o al di qua…

A volte al primo accenno di temporale corri a mettere mano alle persiane, come scudi di Don Chisciotte le chiudi a serrare, proteggere dal vento che porta polvere e appiccica foglie e acqua, graffiando e sporcando a più non posso. Altre volte la stanchezza prende il sopravvento e quando scoppia il temporale è notte, fa freddo, non ne puoi più, quella diventa l’ennesima sfida, l’ennesima battaglia… a volte pare di lottare contro i mulini a vento in sella ad un pollo di cartapesta e getti la spugna pensando ” vediamo poi”  …

Capita poi di non rendersi conto del tempo trascorso dall’ultima volta che ti sei armata di straccio e  spruzzino e ti ritrovi con un vetro così sporco che guardare in ogni direzione diventa impossibile,

tutto pare annebbiato, uno strato grigio toglie luce e offusca gli occhi, per guardare fuori devi stringerli e rischi solo un gran mal di testa…

Poi arriva un giorno e decidi che hai bisogno di luce, la fatica non è poca ma con calma inizi dal centro, con movimenti ampi della mano.

Inizi a vedere fuori qualcosa di piacevole, c’è tanto sporco da togliere  ma vedere i colori e le forme di cosa c’è al di là del vetro è un ottima spinta per continuare il lavoro.

Togliere quello sporco dà nuova luce anche all’interno, è una novità su tutti i fronti e le novità bisogna accoglierle con entusiasmo bambino, guardarle, coccolarle e tenerle strette perché ci aiutano a ricordare quanto può essere bello il mondo al di là del vetro.

Arriveranno altri temporali, o lo stronzo di turno che lancia acqua e fango a secchiate sul vetro ma una volta vista quella lucina non si può evitare di dire ” si può fare”.

… un anno fa ero  qui

con una visione differente da allora, guardo i miei vetri che non saranno mai splendenti ( non miro a tanta perfezione) e penso che qualcosa oggi è diverso, che il mondo fuori ha dei colori incantevoli, che lo spazio è ampio e ci sono un mucchio di cose piacevoli al di là di quel davanzale…e anche l’interno non è poi così male…

Queste righe, girando da giorni tra cuore e pelle finalmente sono saltate fuori, grazie a due personcina che senza nemmeno rendersene conto hanno fatto fare “clac!” agli ingranaggi nella testa:  Melissima e il mio FarfarOrso…  … vi voglio bene ragazzi…

nell’aria… questa qua…

“Possano questi pianti rompere le dighe
arriverà un ciclone forse ci lascerà stare…”

44 pensieri su “vetri sporchi, appannati, puliti, scheggiati…

  1. Tre blog bellissimi. Che seguo con immenso piacere. Inutile spiegarti quale sia il terzo qui =).
    Sai usare benissimo le parole e descrivi quasi con magia atmosfere difficili da rendere. Bello il vetro pulito, bello tutto. Come la polvere..che non sporca =)
    Ciao Tati

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  2. sbaglio, ma i nostri primi timidi scambi ci sono stati in tema di tapparelle, persiane e pulizie? Ora pure le finestre. Tati, sarà che a me non viene mai il genio di pulire finestre e tapparelle (so’pigro, so’indolente, so’soddisfaZzzioni) e concordo con te, anzi pure dippiù, che non c’è bisogno di tutto questo olio di gomito per pulire. Chi davvero lo vuole, riesce a vedere la bellezza oltre; oltre le persiane, finestre. sporcizia, polvere e ditate. Perché, sì…per davvero, “l’interno” non è poi così male. E che vuoi rimanere alla finestra a guardare, eh no! Nonsignore, mi lasci sul vetro tutti i segni del fiato e delle ditate (ma quante dita hai?). Entra, no? Vediquantoèbbellobbello quaddentro.
    E che so’pigro, non tengo proprio genio di pulire.
    Per te: un sorriso, un mazzolino di swiffer e una bottiglia di Glassex. Dai, brindiamo!

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