… il problema…

Non sono i quindici chili di pellet che porto da sola su per le scale, quasi ogni giorno

Non sono le fotografie che sostituisco, poco per volta

Non sono i quadri o le mensole che mi guardano di sbieco, perché tanto la bolla non la userò mai

Non è il prato da tagliare, gli alberi da potare, il cancello da aggiustare e il marciapiede da pulire

Non sono le torte, sempre troppo grandi

Non è il silenzio la sera

È il bastarsi

È il non avere paura di spegnere tutto, la sera, e salire le scale, entrare in camera e lasciare che la notte arrivi davvero

… e sperare che non sia troppo buia

 

Perché se una casa è su due piani, le camere da letto sono al secondo?…

perché sono più vicine al cielo e così la notte fa meno paura…

128 pensieri su “… il problema…

  1. Che bello quello che hai scritto. Quando la notte arriva però, con la paura porta anche una profondità tutta nuova, vera, quella che serve a bastarsi… almeno un po’.

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  2. la notte ha un fascino tutto suo, ma come può far paura!!! Io però quando ti leggo non sento un animo appesantito, ma dolcezza e un pizzico, sempre, di magia! e la tua casa mi appare ogni volta fiabesca.,. fa quest’effetto!!!

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  3. ho sempre abitato su case ad un piano… ma non ho mai sentito lontano il cielo…

    detto questo credo che paure come queste siano quelle che ci rendono persone migliori, ci avvicinano alla vita anche se a volte ci spaventa perchè danno la sensazione opposta…

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    • Io invece l’ho sentito distante un sacco di volte ( anche se ho usato trampoli e dormo da anni al secondo piano..) ma l’ho anche sentito molto vicino, altre volte… Quindi so che c’è …
      Forse per questo, quando non lo sento mi affatica un po’… Ma tornerò in alto… In men che non si dica 😉

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          • concordo, a volte no…
            e sul respiro guarda… non scherzo se ti dico che mi ha cambiato il modo di vivere la vita, oltre che salvarmela tanto tempo fa… 🙂

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            • sul respiro… lo so… ci sono volte che riesco, mi impegno ed è veramente risolutivo… io che vivo in apnea ( trattengo un sacco il fiato) riuscire a stare sul respiro mi sta aiutando molto… solo la strada è ancora lunghetta ma si può fare 😉
              ( trovati i kapla?)

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              • certo che si può, e certo che non è facile… :)))

                x ora abbiamo solo i jenga (che ci hanno regalato) che alla fine ho usato come i kapla.. costruendo ponti, piramidi, garage, fattorie e percorsi per babbo natale con simone.. :))) però ora che ho visto che gli piacciono se non li trovo nei dintorni li prendo sul web… fantastici!!!

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                • … ho scoperto negli ultimi anni di respirare “al contrario”( non so spiegarlo… diciamo che quando espiro non butto bene fuori l’aria… son fatta a palloncino 😉 )
                  … devo capire come si gioca a jenga 😉

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                  • un sacco di persone respirano male, me compreso, spesso è dovuto al fatto che lo facciamo in automatico… diciamo che quello che ho “capito” è che è importante controllare il respiro sopratutto in determinate situazioni…

                    ah beh, jenga è semplicissimo… si impilano i “mattoncini” a gruppi di tre, un gruppo in orizzontale, l’altro in verticale… fino a fare una torre… poi un “concorrente” alla volta usando solo una mano deve sfilare un mattoncino e riporlo in altro seguendo lo stesso schema… in questo modo la struttura si indebolisce… perde chi fa cadere tutto… anche se noi con il più piccolo facciamo che vince chi fa cadere tutto… cercando di non farlo, ovviamente.. 😛

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