proprio oggi…

In questo ennesimo fine settimana di tempo solitario mi son di nuovo ritrovata a percorrere quelle strade, fatte di salite e discese, nocciole e uva…

Dopo il secondo caffè del mattino… salita in macchina.. non sono riuscita a rientrare a casa ma ho tirato dritto e via!

Pollenzo, Roddi, Alba e superata LaMoretta… a salire e scendere verso Benevello, Borgomale… passa il ponte del Belbo, a Campetto e sali di nuovo… a Castino…

Son venuta a trovare te, piccola donnina, ma non dove c’è la tua foto e i fiori che tutti ti portano…

Io volevo incontrare TE, te soltanto e son venuta di nuovo in cascina, la Verna, questa volta tutta da sola….

Sono passata sotto la sbarra che zia ha messo anni fa a chiudere la strada e son scesa, tra foglie a terra, il castagno e il bunmé  e sono arrivata al cortile… ho ammirato l’acero e lo spazio lasciato dal pino che è stato tolto, per evitare cadesse un giorno sulla tua casa… sì lo so non era la tua… era del nonno ma per me è casa tua… quindi per cortesia non fare la tignosalanghettaacida

Questa  volta non sono stata molto e non ho fatto il giro intorno a casa…

Mi son seduta sulla panchina di cemento attaccata alla casa, quella vicino alla scala, quella della foto che ho in salotto… la foto dove ci sei te seduta lì, minuscola, con il nonno gigantesco e noi nipotine…

Ho guardato la scala che porta in casa… è sempre uguale e ho fatto quei sei gradini… non l’ho mai fatto, sai, di salire su quel pianerottolo dove stava Murin quando non lo lasciavi entrare in casa e dove faceva finta di aspettarti quando andavi in paese a fare le commissioni…

Sono salita sul quel dannato pianerottolo e ho guardato la discesa che costeggia la casa, quella dove noi bambine abbiamo fatto schiantare la macchina di mamma… UUUUUHHHH che pomeriggio quello! La mamma se avesse potuto ci appendeva per i piedi alla  palla di neve e il nonno che l’ha sgridata ché eravamo solo due bambine …

Ho guardato quella discesa e il prato davanti a casa, dove si stava a fare merenda, giocare, chiacchierare…

Ho visto il vecchio pollaio, quello di mattoni di langa, quello dove sognavo di andare a vivere una volta diventata grande… e adesso è divorato dalla vite e dalle erbacce… ma è sempre incantevole ..

Sai mi sono messa a piangere, sì che lo sai… eri lì… e lo so che non hai approvato, non ti piaceva vedere piangere nessuno, non saresti stata in grado di consolare…

Tu non eri una da coccole e carezze, da baci e  abbracci…

Tu l’affetto lo davi con il pane e stracchino e con l’impasto per le tagliatelle tenuto da parte per farci giocare mentre cucinavi…

Il tuo amore erano i cubetti di ghiaccio fatti con lo sciroppo di menta…erano le cose che mettevi da parte, tra un fine settimana e l’altro, per farci giocare con la terra e le pietre, i contenitori e le vecchie padelle che non  buttavi, “ per le bambine”…

Regalavi amore con i calzettoni di lana, quelli “da casa”, fatti per l’inverno, intrecciavi pensieri gentili nei fili di lana trasformati in sciarpe e guanti e ne hai fatti tanti, come volevo io, con le orecchie, a punta, con pom-pom enormi… le volte che hai raccolto le idee bislacche di questa nipote piccola e hai fatto di tutto per farle diventare realtà…

…e quanto affetto nelle colazioni, quando studiavo e  ormai ti eri trasferita in bassa, con la zia, perché lì  in mezzo al nulla, da sola non era il caso di restare…

Mi son chiesta cosa avresti fatto, se fossi stata ancora qui a vivere con me, quello che vivo…  chissà come l’avresti presa… probabilmente ti saresti arrabbiata, non per me ma per Mini… sicuramente non mi avresti comunque detto nulla, probabilmente non ne avremmo nemmeno mai parlato…

E sai… tutta questa storia è iniziata proprio quando te ne sei andata… me ne rendo conto solo oggi, guardando la tua Verna…

È strano, sei andata via e qualcosa in me è cambiato… non sto dicendo che è colpa tua, ci mancherebbe… sto dicendo che quel giorno IO sono cambiata e ho iniziato a vedere… a osservare e vedere, cosa avevo e cosa mi mancava… e così ho iniziato a cercare… e ora son qua… dopo due anni sono venuta a salutarti, come volevo fare io… da sola, tra quegli alberi e quelle colline… io che con te mi sono sempre sentita giusta così com’ero… tu che non mi hai mai fatto sentire sbagliata…

Ciao nonna…

58 pensieri su “proprio oggi…

  1. Ti abbraccio proprio tanto…….la prossima volta avvisami, prendo la macchina, mi faccio Nizza, Canelli, S.Stefano, Rocchetta e sono lì con te, porto un cestino di cose buone, cose di langa e monferrato, che solo noi sappiamo davvero quanto sono buone, e chiacchieriamo e magari piangiamo anche un po’, ma non da sole. :*

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  2. Oh tatiiiiii….. Mi son emozionata….
    Che belli i ricordi che ti porti dentro. Sono preziosi e ce li dobbiam tenre stretti stretti! Anche con un malinconico sorriso che questo loro vogliono!ci abbracciamo?

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    • … sono quelle piccole cose che alla fine ci costruiscono nel corso della vita… e quei ricordi sono molto importanti… e fanno parte di me…
      allargo le braccia, muso in su e….
      ffffrrrrrrrrrrmaoooooo
      🙂

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      • Si come è vero… Anche io cerco di tenere stretti i piccoli gesti che ricordo di mia zia, che non potrà mai fare con lia… Ma io so che loro sono con noi e ci proteggono. Sicuro!
        Wow!mi son buttata nell’abbraccio selvaggio!

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        • è la bellezza delle piccole cose, dei semplici gesti quotidiani… che quando riesci a vederli ti restano dentro e magari riesci a riproporli a tua volta…
          ( tra mia nonna e Mini ci sono 90 anni di differenza… e ti giuro che vederla giocare a calcio con lui, fargli guanti e calzette di lana, difenderlo a prescindere da tutto e tutti… dargli la torta dieci minuti prima di cena… ” perchè..nini ha fame, povera creatura!”)… sono gesti che non scorderò mai e che neanche Mini dimenticherà…

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